“Dreikanter” è una parola tedesca che significa “con tre facce”, ovvero “triedro”.
In luoghi come nei deserti l'azione di venti costanti provenienti sempre dalla stessa direzione, carichi tra l'altro di sabbia abrasiva, fa sì che alcune rocce vengano erose in forma di piramidi a tre lati. Lo stesso avviene in Antartide, dove con l'azione di venti come il “blizzard”, che trasportano una miriade di cristalli di ghiaccio, si producono analoghe strutture nel ghiaccio. In inglese queste formazioni vengono anche chiamate ventifact, dal latino “ventus” e dall'inglese “(arti)fact”.
Quello che è interessante è che lo stesso fenomeno avviene anche sul pianeta Marte, e in maniera ancora più spiccata, dato che i venti lì sono molto più forti che da noi, venti prodotti dal ciclo di formazione e scioglimento delle calotte polari e ricchi di sabbia.
Se i dreikanter terrestri sono sull'ordine del metro quelli marziani sono invece molto più grandi.
Da qui la fama che ha acquisito la zona marziana di Cydonia, che oltre a presentare la celebre “faccia di Marte” sarebbe disseminata di piramidi simili a quelle egizie.
In realtà, a un'analisi più ravvicinata e approfondita, queste piramidi risultano essere appunto perfetti esemplari di dreikanter, scolpiti nei millenni dai venti che soffiano sul pianeta rosso. Altro che piramidi d'Egitto, pardon, di Marte!
Non occorre dire che anche gli allineamenti e i rapporti matematici che intercorrerebbero tra queste strutture che tanto entusiasmano i Cydoniofili si possono trovare anche in qualunque mucchio di sassi gettati a caso. Ma questa è un'altra storia.
Naturalmente c'è sempre una possibilità che il sottoscritto autore di questo articolo si sbagli. Basta che pazientiamo qualche decennio e noi, o i nostri pronipoti, potremo toccare con mano i misteri di Cydonia.
Purché ci guardiamo dalla maledizione di Marziankamon.
altri articoli: