Eseguendo esperimenti sulla polarizzazione dei raggi X Blondlot si imbattè in quella che credette essere una radiazione sconosciuta, che chiamò “raggi N”, dall'iniziale della città di Nancy.
I raggi N possedevano varie proprietà peculiari: ad esempio facendoli passare attraverso un prisma di alluminio per eliminare la luce visibile erano in grado di far brillare un filamento rivestito di solfuro di calcio fluorescente; aumentavano la brillantezza di una scintilla elettrica; il loro effetto veniva aumentato dal calore, mentre i rumori forti lo riducevano.
I raggi N inoltre, come il laser scoperto alcuni decenni dopo, presentavano una ridotta tendenza alla dispersione.
Blondlot scoprì che quasi tutto produceva raggi N, compreso il corpo umano. Curiosamente questi fantomatici raggi non venivano generati dal legno fresco e da alcuni metalli.
Blondlot diffuse i risultati delle sue ricerche, rendendone partecipe l'Accademia delle Scienza francese e pubblicando un articolo su Nature. Molti scienziati furono eccitati come lui alla scoperta, alcuni addirittura rivendicandone la paternità.
Vari fisici, tra i quali Lord Kelvin e William Crookes (tra l'altro inventore del “tubo di Crookes”, il primo dispositivo conosciuto a produrre raggi X) provarono a riprodurre i risultati di Blondlot, senza giungere a nulla.
La rivista Nature decise così di investigare, mandando nel laboratorio di Blondlot il fisico Robert W. Wood, specializzato in ottica.
Blondlot e il suo assistente mostrarono a Wood i vari esperimenti sulle portentose proprietà dei raggi N, ma il fisico con tutta la più buona volontà non riuscì a vedere alcun raggio.
Wood, con una mossa astutissima, approfittando della disattenzione di Blondlot rimosse di nascosto il famoso prisma di alluminio, che secondo lo scienziato francese era fondamentale per la visione dei raggi N.
Come Wood sospettava, Blondlot e l'assistente continuarono ad osservare i raggi N anche senza prisma.
Così nel settembre 1904 Wood scrisse un rapporto su quanto osservato nel laboratorio. Restava quindi solo da decidere se Blondlot fosse un impostore, un visionario o un pazzo.
In ogni caso René Blondlot si dimostrò convinto della sua scoperta fino alla fine dei suoi giorni.
Naturalmente esiste ancora qualcuno che crede ai raggi N.
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